Sere fa mi sono decisa a vedere il film Cloverfield, del quale avevo sentire parlare tantissimo e che ha avuto anche un sequel (10 Cloverfield Lane), da poco al cinema.
Uscito nel 2008, Cloverfield è un monster movie diretto da Matt Reeves e prodotto da J.J. Abrams.
Il film è ambientato a New York, la quale viene attaccata da un mostro gigante che distrugge e uccide tutto ciò che trova. I sei ragazzi protagonisti, per tutta la pellicola, cercheranno solo di lasciare Manhattan e di mettersi in salvo. La particolarità di Cloverfield è quella di essere girato completamente con una telecamera a mano, in maniera amatoriale.
Ma vediamo brevemente la trama (senza spoiler).
Il film inizia con la scritta sullo schermo che recita “Proprietà del Governo degli Stati Uniti” e si riferisce ad una videocassetta ritrovata a Central Park. A questo punto la storia va a ritroso e, proprio grazie a questo nastro, si comincerà a scoprire cosa sia successo alle vite delle tante persone coinvolte.
Le prime scene riguardano una giovane coppia, Rob e Lily, che passano la notte insieme e si apprestano ad organizzare la propria vita da innamorati. Poco dopo, siamo catapultati avanti nel tempo. I due si sono lasciati e Rob se ne andrà in Giappone a lavorare. Proprio per salutare quest’ultimo, tutti gli amici organizzano una festa di addio in un appartamento di Manhattan e Hud, il migliore amico di Rob, viene incaricato di filmare la serata e registrare i saluti di tutti gli amici.
È una normalissima festa: tutti si divertono, scherzano, bevono e ballano.
Ad un certo punto si sente una scossa enorme e tutto il palazzo trema. Si pensa ad un terremoto, ad un attentato.
Tutti escono sulla terrazza e vedono in lontananza un palazzo esploso.
Scendono in strada e si vedranna cadere, a pochi metri, la testa della statua della libertà ricoperta da enormi graffi. A questo punto ci si comincia a rendere conto che sta succedendo qualcosa di molto strano.
La cosa che salta subito all’occhio è che tutto viene vissuto in maniera molto veloce, molto caotica. I protagonisti si trovano subito in uno stato di shock, corrono da una parte all’altra, urlano, hanno il fiatone. Noi che vediamo queste scene, viaviamo la stessa identica cosa. Tutto ciò che succederà dopo verrà visto con gli occhi dei protagonisti tramite la videocamera amatoriale che continuerà a filmare, come se anche noi fossimo insieme a loro. Non ci sono riprese aeree, nè riprese da più angolazioni. Il mostro si intravede ma non è mai inquadrato, se non per qualche secondo alla fine del film. Siamo all’oscuro di tutto, esattamente come i 6 ragazzi che fuggono. Gli stati d’animo trasmessi dal film sono quindi ansia, la paura di non sapere cosa stia succedendo, da dove arrivi il pericolo, dove bisogna correre.
All’inizio l’obiettivo sembrerebbe quello di raggiungere un ponte e lasciare Manhattan, poi decideranno di tornare indietro e andare a salvare Lily che è rimasta impriogionata nel suo appartamento.
Andranno a rifugiarsi sotto la metro e questa è una delle scene più ansiogene di tutto Cloverfield.
Saremo con loro mentre cercheranno una via d’uscita percorrendo a piedi i binari, al buio, con la sola lucina della videocamera. Dobbiamo scappare, non sappiamo da che parte andare e ci sentiamo qualcosa o qualcuno alle spalle. Capiranno di essere inseguiti e riusciranno a intravedere da cosa prima di essere attaccati: piccoli esseri usciti dal mostro gigante. Se si viene feriti da questi esseri, si viene contagiati da un veleno che porterà ad una morte lenta.
Non parlo del finale, nè di cosa succederà per non rovinarvi il film.
Considerazioni personali su Cloverfield.
Mi è piaciuto tantissimo. Conoscevo più o meno la storia, ma non la tecnica adottata per girarlo. A mio parere sta tutto lì, perchè la trama in sè non è niente di originale: un Godzilla in città e un finale nemmeno tanto felice, nessun eroe che salva tutti, nessun mostro abbattuto. Tante cose alla fine non sono state spiegate: quando è stata ritrovata la cassetta? Da chi? Che fine ha fatto il mostro? Cosa è rimasto di New York?
Ma il focus del film non era tanto la storia, ma il voler coinvolgere lo spettatore.
Io l’ho visto con un patema d’animo costante (tra l’altro dura solo 85 minuti) di vivere il pericolo come se fossi lì in prima persona.
Sei completamente rapita, non riesci a distrarti nemmeno volendo.
Piccola curiosità: ho visto Cloverfield in due sere. La prima sera infatti, dopo nemmeno 20 minuti di film, ci sono state diverse scosse di terremoto e non mi sembrava il caso di continuare. Già avrei dormito poco la notte e non volevo metterci il carico da novanta, dato che non sia proprio il film più adatto da vedere quando la terra trema. ^_^’
J.J. Abrams si conferma il genio che è. ♥
Voi lo avete visto? Lasciatemi le vostre impressioni e fatemi sapere anche se 10 Cloverfield Lane ne sia all’altezza.