Il cielo è dei violenti • Flannery O’Connor

Succede a tutti di sbagliare la scelta del prossimo libro da leggere.
Ci si lascia convincere dalla trama, dalle recensioni, dalla critica. Però se non si azzecca il periodo giusto della nostra vita, diventa tutto più faticoso. A me è successo così, con Il cielo è dei violenti di Flannery O’Connor.

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TRAMA.
Francis Marion Tarwater è strappato dal prozio Mason Tarwater alla propria famiglia quando aveva 4 anni. Quest’ultimo è un vecchio fanatico religioso, che crede di essere stato scelto da Dio per una missione divina e che cresce il piccolo Francis come un eremita, nella sua baracca in mezzo al bosco. Lontano dalla città, lontano dagli uomini, il ragazzo crede che l’unica verità possibile sia quella che gli viene raccontata dal pazzo Mason. Ma dovrà fare i conti con una realtà ben diversa nel momento in cui il prozio morirà: sarà costretto ad andare in città a cercare l’unico suo parente rimasto, lo zio Ryber. Francis si ritroverà a vivere combattendo tra la voglia di portare avanti il disegno religioso del defunto prozio o abbracciare la nuova vita che Ryber vuole offrirgli: la vita di un quattordicenne che non ha avuto un’infanzia e che deve imparare a riconoscere ciò che è reale da ciò che è finzione. Ma tutto ciò che riesce a fare è essere diffidente e “violento”.

OPINIONI.
Avevo già sentito parlare della O’Connor per i suoi racconti e conosco l’importanza letteraria che le viene riconosciuta.
È stata capace di raccontare una storia facendomi sentire l’ansia e la confusione che il giovane Tarwater poteva provare.
Ho trovato le pagine pesanti come macigni. La storia complessa e difficile da seguire.
Non è di certo un libro da leggere in coda dal dottore o sotto l’ombrellone. È impegnativo, anche emotivamente parlando.

La difficoltà sta nel parlare in terza persona, come se a parlare fosse un pazzo fanatico, che farnetica su religione, Dio, peccati e peccatori. Ci si sente spaesati e confusi. Sta anche nella scelta stilistica di non mettere, in particolari punti, le virgolette dei discorsi diretti. Nell’affrontare temi delicati e pesanti, con la semplicità e la superficialità di un ragazzo di 14 anni che crede di essere obbligato a battezzare un bambino ritardato solo perchè deve salvarlo. Ma poi non si rende conto di dover essere salvato lui per primo.

La maestria di Flannery O’Connor sta proprio in questo.
La storia procede in maniera cruda, senza sentimentalismi o lieto fine.
Sicuramente non è stato il periodo pià adatto per leggere un testo di questa portata, ma alla fine mi sono ritrovata a riflettere: Il cielo è dei violenti è stato scritto nel 1960, ma è, e sarà sempre, attuale.
Il fondamentalismo religioso è legato all’ignoranza delle persone. E questo può portare solo a violenza e all’odio.

Il titolo Il cielo è dei violenti è tratto da un versetto del Vangelo: cosa potrebbe succedere se fossero i violenti ad impadronirsi del cielo?

Chi dovrebbe salvare chi?

flannery o'connor

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