Il mio Trecentoventi

Di Trecentoventi se ne sta parlando tanto.
Un album che in tanti aspettavamo, quello di Emanuele Dabbono e Terrarossa.
Dopo 3 anni di lavoro in studio, tour per piazze e locali d’Italia, progetti di ogni tipo… il 12 novembre 2011 è uscito Trecentoventi. Un nome dai mille significati. I km tra Varazze (dove vive Emanuele) e Siena (dove vivono Alessandro Guasconi, Senio Firmati e Giuseppe Galgani: i Terrarossa). Ma un nome che sottolinea anche l’esistenza dei restanti 40° del cerchio, rappresentati da tutti noi che in loro abbiamo sempre creduto. Noi, loro e il rapporto speciale che è nato in questi anni.
Un album che è nato dal rispetto verso chi lo attendeva. Che ha rifiutato di uscire troppo presto, che non è sceso a compromessi mai. Che ha imboccato la strada più difficile, ma che a destinazione, pur senza una distribuzione e con un’etichetta indipendente, c’è arrivato. Di brutto anche.

Ha scalato la classifica rock di Itunes in nemmeno 7 ore dall’uscita, raggiungendo la posizione numero 4 e piazzandosi lì, tra gli dei: Queen, Led Zeppelin, Pink Floyd, Dire Straits, U2, Rem, Sigur Ros.
Successo inaspettato? Non per noi. Speravamo in un grande album, le aspettative erano alte. Ma sono state sorpassate dal risultato finale.
I contenuti sono potenti. Testi graffianti , che ti prendono per il colletto della camicia e ti urlano “sveglia!”. Testi dolci che diventano luce e ti guidano in mezzo al buio.
La musica ti porta a pensare: “ma sto ascoltando un gruppo di fama internazionale?”. No, ma c’è chi internazionale lo è davvero, e sforna dischi frettolosi per ricavalcare quell’onda persa chissà quando.Merito del lavoro eccellente fatto da Alessandro Guasconi al Virus Studio di Siena.
Un genere che da tanti giornalisti è stato definito “cantautorock”, un genere che in Italia servirebbe oggi più che mai. Servirebbe che le radio lo passassero, servirebbe che tanti ragazzi si fermassero a riflettere su chi è Gino Strada e cos’ha fatto, piuttosto che fermarsi sulla superficie patinata di qualche pop star creata a tavolino, che vive di una vita artistica sicuramente breve e basata sugli scandali.
Un disco che va ascoltato in viaggio, che va regalato, che va cantato in cerchio tenendo con le mani il ritmo del gospel che sta all’ultima traccia.
Un disco che ha promesso e ha mantenuto.
Un disco che difficilmente passerà di moda, sempre se di moda si parla. Qui si parla di talento, vero e crudo. Niente più.
Qui il “Trecentoventi in pillole” scritto da Emanuele:

Diario di un album a 320 battiti al minuto. “Disertore” l’ho scritta a ottobre 2008. In quel periodo una persona frequentava quotidianamente casa mia. Se ne innamorò e mi chiese se poteva inserirla nel disco che stava registrando. Non fece in tempo. Ci siamo chiesti se aveva senso inserirla o no. La risposta la sentirete alla traccia 11. Ciao amico mio…

Diario di un album a 320 Volt. Le due restanti canzoni sono brani che in questi 3 anni live sono diventati piccoli classici dei nostri concerti, però in versione rimasterizzata. “Ho ucciso Caino” ha il filtro di un megafono adesso sulla voce, come a rendere ancora più dura l’accusa del testo. Ho cercato di immedesimarmi in un killer, per rendere ancora più forte il distacco da chi sono nella realtà. Ad oggi, è il mio brano manifesto sui diritti umani

Diario di un album a 320 Watt. “Io rimango mio” è l’amplificatore allo sdegno di della mia nazione verso questa classe politica, così distante dal vivere quotidiano, dalla realtà della gente. Indignarsi contro i personalismi e dirlo a voce alta è l’inizio del cambiamento che vorrei vedere

Diario di un album a protezione 320. “La città verrà distrutta all’alba” è il brano più duro del disco per musica e testo. Parla dell’ipocrisia che sta dietro ai grandi interessi, quelli che generano guerre di cui nemmeno siamo al corrente. E si crea un abisso tra chi patisce la fame e chi dice di averne con la bocca ancora sporca di torta

Diario di un album a 300 venti. “Quando non ci sarò più” è una cavalcata elettrica. E’ un pezzo che spesso mi mischia dentro troppe vene. Come se l’avesse scritto qualcun altro che mi ha segnato, non io. E’ un inno alla vita. Passiamo così tanto tempo a lamentarci di quello che non otteniamo che perdiamo il gusto, il piacere di ringraziare ogni secondo che – vivi – amiamo.

Diario di un album a 320 carati. “L’oro si aspetta”, scritta a Natale 2008, metafora elementi e metalli per descrivere il ritorno di qualcuno da un viaggio tanto quanto la partenza di qualcosa di sensazionalmente nuovo. E’ il pezzo più live del disco: due chitarre, basso e batteria. Le armonie vocali, costante dell’album, derivano dalla mia passione per Crosby, Stills, Nash & Young. E’ il tempo a far brillare persino gli angoli bui

Diario di un album a 320 gradi latitudine. “Capo di buona speranza” e’ Paul Simon a cena coi Vampire Weekend. Ci sono marimba, xilofono atmosfere sudafricane ma Senio col suo 12/8 magistrale riporta tutti sulla Cassia. In un mare di diversità passeggere dribblare parole sterili e darsi ai fatti diventa fondamentale

Diario di un album a 320 giri. Di “Pacifico” si sa già molto. Mi piace quando una musica scanzonata rende leggere parole che spesso sono malinconiche. Soprattutto nell’ultima strofa lo sento come un blues, musica che amo

Diario di un album a 320 nodi. “Marinaio senza nave” è una breve filastrocca scritta nel 98 che ho registrato fisa e voce in un bosco, con un piccolo registratore; al momento attuale (mastering finito, distribuzione in chiusura per mandare in stampa cd) ho scelto di non sapere se verrà inclusa o no, all’ultimo.E’ una dedica, un saluto salino, per chi non poteva restare

Diario di un album a 320 stelle. “Universi paralleli” è una delle ballate più dolci mai scritte da me. Parla del riconoscersi un momento prima del doversi lasciare andare. Di quando il tempo e lo spazio rendono un amore impossibile. E che la galassia ancora inesplorata non è in nuovo sistema solare, ma è l’essere umano

Diario di un album a 320 Anime Ardeatine. Con il loro eccidio, i tedeschi nel 1944 pensavano di sconfiggere la Resistenza. Invece, dalla rabbia per quel sacrificio di innocenti, i nostri eroi partigiani ripartirono per condurci alla fine della guerra un anno più tardi.  “Corpi” è un gospel di liberazione. Un inno alla vita e una critica a chi rimane in superficie. Perchè è quello che abbiamo dentro, che nessuno potrà mai portarci via

Diario di un album a 320 mila lire (il primo ingaggio, nel 1993; eravamo in 11…). “In viaggio” ha rischiato di diventare la title track, tanto è il fascino del pezzo per noi. E’ una lettera aperta e non mandata, di quando il tavolo su cui poggiare la penna sono le tue ginocchia strette, sul sedile di dietro. Beppe ha lanciato la sua chitarra nello spazio, Senio e Ale sembrano risalire il fiume di Mostar al contrario.

Diario di un album sull’airbus 320. “Tienimi sveglio” è stata scritta a Bonifacio, in Corsica, i primi di settembre del 2008. A dispetto della velocità del brano, è una canzone molto romantica, credo. E’ venuta fuori parlando in un francese altalenante con un barista del posto, che bisognerebbe vedere poche albe nella vita, per non farle diventare routine, per continuare a sentirci meravigliati come la prima. Vista ad occhi scalzi

Diario di un album a 320km. “Gli angeli non piangono” è una ballata scritta al pianoforte nel 2007. E’ il pezzo più vecchio del disco, eppure ha alcuni elementi di novità per me, come le strofe quasi parlate fino all’esplosione sigurrosiana nei ritornelli. Racconta di come ciascuno, almeno una volta, si sia trovato a fare da cuscino al dolore altrui. E di come la bellezza faccia il nido tra i rami più spogli

Diario di un album a 320kbps. “Mio figlio sarà”, che non ha nulla a che vedere con la mia attuale situazione di quasi padre risale al 2009; volevo esprimere la mia vicinanza a quelle coppie che un figlio, per ragioni economiche o fisiologiche, non riescono ad averlo. Ma invece di raccontare la loro lotta, ho pensato che sarebbe stato illuminante o quantomeno singolare, mettergli in bocca l’emozione di immaginargli lo stesso un futuro alternativo.  E’ da persone così che scelgo di imparare

Ascoltate le anteprime qui, difficilmente non lo comprerete.

Il cd è uscito in 240 paesi del mondo e presto sarà disponibile anche sul sito ufficiale www.dabbono.com

GRAZIE A CHI HA VOLUTO PUBBLICARE IL MIO POST SU TUTTALTRAMUSICA.COM.

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