La banalità del male nella musica

L’ultimo negozio di dischi della mia città chiuso per aprire una sala scommesse.

Si fa un gran parlare dello stato comatoso in cui verte l’industria discografica.

Invece di stare ore ad analizzarne cause ed effetti,

vorrei solo racchiudere un pensiero in poche righe:

Incontro molti ragazzi oggi che sognano la celebrità, il successo, fare un disco e avere un seguito, articoli, stampa, tv appresso.

Questi stessi ragazzi altrettanto spesso dicono di “scrivere” facendo fare il lavoro a programmi per pc (ce ne sono alcuni che decidono pure gli accordi e l’arrangiamento), credendo che l’armonia sia solo un’armonica senza C, non leggendo un libro, non documentandosi su niente.

Da musicista, lo trovo volgare.

Charlie Parker diceva: “Impara tutto, poi dimentica tutto e crea”.

Esatto.

Oggi molto spesso ti capita di incontrare persone che non hanno voglia di fare la prima parte della frase.

Puoi copiare una foto, una chitarra, ma.

Certe cose non si possono rubare.

E quando non si ha il talento di Bob Dylan, devi darti da fare, studiare con curiosità e rispetto.

Rispetto, già.

Perchè la Musica è una cosa seria e grida vendetta, esige rispetto.

La Musica è Arte.

Non scorciatoia.

E’ come tenere in mano un pettirosso e vederlo prendere da idioti e gettarlo in una macchia di petrolio.

Io ne sono innamorato e la difenderò finchè avrò respiro.

Ti può regalare tanto, ma ti chiede tutto.

Ho visto amici morire DI musica.

La Musica non è suonerìa.

La Musica non è un videogioco.

Emanuele Dabbono

(Se avete tempo, condividete queste poche parole, fatele girare, copiatele nei blog. Servissero a un ragazzo, chiunque a decidere di prendere in mano uno strumento seriamente, a leggere un libro in più, a documentarsi, a chiedersi il perchè e il come delle cose, prima del quanto, avremmo dato una carezza a quel pettirosso di prima)

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