“Le leggende, le previsioni, e le profezie legate alla fine del
mondo sono da sempre moltissime. Ogni cultura, ogni civiltà e ogni tempo ha
conosciuto le proprie. Innumerevoli volte l’umanità ha temuto che allo scoccare
di una fatidica data tutto finisse di colpo in una grande esplosione; e
nell’attesa si è pentita, ha invocato la grazia, ha analizzato i segnali, si è
persa nel panico, ha cercato una via di fuga o ha semplicemente aspettato il
giorno successivo all’ultimo giorno, per guardare indietro e tirare un sospiro
di sollievo dopo il quale ricominciare a vivere senza aver tratto alcuna
lezione dall’angoscia provata.
Spesso il terrore ha attecchito per l’ignoranza dei molti
che ne sono stati sopraffatti e per il calcolo dei pochi che ne hanno approfittato;
spesso ha attecchito per un condiviso senso di impotenza davanti a
cataclismi naturali o a situazioni degenerate per i troppi errori umani e per
un delirio d’onnipotenza che sembra non avere mai abbandonato la nostra razza. C’è
sempre stato qualcuno che di quel terrore ha riso, bollandolo come
superstizione o stupidità; qualcun’ altro ne ha sorriso, forse per allontanarsene.
Di fatto siamo tutti qui, da generazioni le cui origini si perdono nei secoli e
nei millenni; siamo qui, ancora più o meno integri, nonostante i colpi. Di molti di quei colpi siamo responsabili e pronti a farne una, spesso non troppo sentita,
ammenda; molti altri li abbiamo
subiti e abbiamo tentato di conoscerli, per
evitare che accadessero di nuovo.
E’ cambiato il mondo che abitiamo, è cambiato perché doveva
cambiare ed è cambiato perché noi lo abbiamo cambiato. Gran parte di quello che
prima spaventava, ora non spaventa più; gran parte di quello che ora spaventa,
prima non esisteva.
La paura della perdita appartiene profondamente al genere umano:
perdere le proprie cose, i propri affetti, il lavoro, la razionalità, il
controllo, la memoria, la vita, persino il proprio stesso mondo. Una paura che
nasce dall’ansia di possesso e da una
condizione di finitezza e precarietà alla quale non possiamo rassegnarci. Una
paura che ci ha spinto e ci spinge a fare grandi cose per consacrarci una parte
d’immortalità; una paura che ci immobilizza, che ci muove alla ricerca di
falsi o reali approdi. Una paura che, qualunque siano le reazioni e il livello
di coscienza che queste reazioni accompagnano, è dentro di noi, più o meno sopita.
Una paura spesso strumentalizzata e spesso combattuta, ma mai vinta.”
questo libro mi ha aiutato a superare un periodo difficile della mia vita…devo ringraziare Roberto Giacobbo ed anche Dorotea de spirito che con il suo libro "destinazione Tokyo Hotel" è riuscita a darmi una speranza per continuare a vivere. Grazie!p.s.= qualcuno li fermi….subito! 😀
i tokio hotel dovrebbero andare a zappare la terra! tranquillo caro azoto… tempo uno max due anni e nessuno se li filerà più… spero con tutto il cuore!!!
ma i tokio hotel moriranno presto tranquilla!! XD
cmq…VOJO STO LIBBROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
ahahahahahahahah vai giùùùùù così lo commentiamo insiemee!!!!!!!!!!!!!!!