Tutto questo futuro

“Le somiglianze, con le persone come con la natura, sono tutto e non esistono tradimenti verso il proprio paese quando si vive lontano onestamente. Lì è solo dove la tua vita ti ha portato ad essere”.
Oggi sono entrata in una pizzeria per prendermi il pranzo, durante la pausa tra una lezione e l’altra.
C’era tanta gente, ognuna col proprio numeretto in mano, ognuna che pensava ai fatti propri.
Faccio caso ad una signora molto anziana, che timidamente chiede alla commessa quanto venga  una crostata confezionata che stava sul bancone.
“10 €” risponde.
Ho visto quella vecchietta esclamare “No, per carità, è troppo 10€”.
L’ho vista aprirsi il borsello delle monete. Piccolo. Aveva l’aria di essere anche leggero.
Ho visto un’espressione sul suo volto che non riesco a scordarmi. Faceva i conti per potersi comprare una cazzo di crostata, per togliersi uno sfizio. Ma non se la poteva permettere, evidentemente.
L’ho guardata uscire con una delusione tale, che l’ho seguita con gli occhi fino a quando non è sparita dietro all’angolo.
L’ho ritrovata, qualche metro dopo, che continuava a guardare dentro al borsello.
Mi dispiace di non avergliela comprata io.

La frase che ho messo l’ha detta Fossati, ed calza a pennello a quello che succede oggi.
Noi giovani possiamo anche trovare il coraggio e andarcene fuori dall’Italia, per costruirci una vita degna dei nostri studi, sogni e aspettative.
Ma chi rimane qui ha a che fare con una società dove, sopratutto i più deboli, non hanno la minima tutela e devono arrancare per arrivare nemmeno più a fine mese, ma a metà mese.
Uno darebbe per scontato che, nel 2012, una cazzo di vita dignitosa sarebbe un diritto per tutti. Almeno per chi onestamente lavora o ha lavorato una vita.
E poi ti ritrovi una novantenne che non può permettersi una crostata alla frutta o le medicine, o l’affitto di casa.

E, dall’altra parte, c’è chi guadagna ma sta tutto il giorno ad intrecciare il vento.

Che rabbia.

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