“Ho sempre pensato solo in anni luce ed ho sofferto in secondi”

La mia vita non è per nulla mutata: come da dieci anni a questa parte, è sempre benedetta dalle stelle ed evitata dagli uomini.
Non ho mai avuto amici, e tu sai perchè essi non abbiano mai voluto aver a che fare con me.
Ero lieto, quando sedevo davanti al telescopioed osservavo il cielo e il mondo delle stelle, lieto e felice come un bambino, cui sia dato di giocare con le stelle.

Tu eri il mio migliore amico, Monica.
Non hai letto male, no: tu lo ERI.
Il momento è troppo grave per scherzare. Occoreranno quattordici giorni prima che questa lettera giunga sino a te.
Nel frattempo, avrai già letto sui giornali come è andata a finire, qui.
Non pensarci su troppo: in realtà, tutto finirà ben diversamente.
Lascia che altri si curino di trovare una spiegazione. Che importa a te e a me?
Ho sempre pensato solo in anni luce ed ho sofferto in secondi.
Anche qui ho molto a che fare col tempo. Siamo in quattro, e se va avanti così, andrebbe ancora bene.
Il lavoro in sè è semplice: si tratta di misurarare la temperatura e l’umidità dell’aria e di indicare l’altezza delle nuvole e il grado di visibilità: ecco il nostro compito.
Se un burocrate leggesse questo che io scrivo, i suoi occhi gli cadrebbero su… la violazione del segreto militare.
Monica, cos’è la vita nostra in confronto ai milioni di anni dei cieli stellati?
Sopra il mio capo stanno, in questa bella notte, Andromeda e Pegaso.
Le ho guardate a lungo, presto sarò loro molto vicino.
La mia contentezza e il mio equilibrio li debbo alle stelle, e tra di esse tu sei per me la più bella.
Le stelle sono immortali e la vita dell’uomo è come un granello di polvere nel tutto.
Qui intorno tutto precipita, un’intera armata muore, e giorno e la notte bruciano, e quattro uomini sono tuttavia occupati nel trasmettere ogni giorno la temperatura e l’altezza delle nuvole.
Io non comprendo molto della guerra.
Per mano mia nessun uomo è caduto.
Io non ho mai preso mira, sinora, con la mia pistola.
Ma per quanto so, la parte avversa non ha una simile mancanza di senno.
Mi sarebbe piaciuto contare le stelle per un paio di decenni ancora, ma di questo, ormai, non ne sarà più nulla.

LETTERA CHE UN SOLDATO E ASTRONOMO TEDESCO SCRISSE PER UN’AMICA, POCO PRIMA DI MORIRE DURANTE LA BATTAGLIA DI STALINGRADO, NEL 1943.

IN MOLTI CREDONO CHE SI TRATTI DI REINHARD  STRUVE (1919-1943), CATTURATO E DEPORTATO IN UN CAMPO DI PRIGIONIA SOVIETICO, DOVE MORI’.
ERA IL FRATELLO MINORE DI WILFRIED STRUVE, GRANDE ASTRONOMO TEDESCO.


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